
E' la filosofia greca ad affermare che "l' uomo è la misura delle cose"e tanto è come dire "per sua natura l'uomo è santo". Così dovrebbe essere. L'assioma greco corrisponde al concetto del Genesi che descrive l'uomo fornito di potenza dominatrice sugli animali e sulle cose.
Gli essere inferiori ricevono dall'uomo un nome che è come una assegnazione di misura del loro valore funzionale e del servizio che possono rendere alla maturazione della creatura perfetta. Così ripetiamo, dovrebbe essere.
La storia dell'uomo, però, nel suo drammatico ripetersi, lo mostra mancante di quel prestigio, tanto che non è più l'uomo a dimensionare le cose, ma, per fatale capovolgimento sono le cose a dimensionare l'uomo diventato serve di esse.
Questo tragico fenomeno storico piò essere definito "perdita della santità". Quando la creatura razionale interrompe il contatto con il suo punto di partenza e di arrivo ("l'uomo non è una retta fra due punti, se da lui esigiamo rettitudine"?), con Dio cioè, e si sofferma, oppure si arresta in una specie di catalessi, al possesso degli oggetti orizzontali, non è più lui che domina, ma le cose dominano su di lui. Ne consegue che la sua personalità, mancando al fine, manca a se stessa e si rimpicciolisce sino al ridicolo, perchè il Re si è fatto servo. La frase grandiosa di Pascal "anche se l'universo mi schiacciasse come una canna, sarei di lui più grande , perchè io so di essere schiacciato, ma l'universo non sa di schiacciarmi", pone l'accento su questo valore di ordinata razionalità nell'uomo, valore che non sarebbe mai smentito, nemmeno se l'uomo, apparentemente, dovesse soccombere sotto la forza bruta della materia.
La rinuncia dell'uomo al suo prestigio e il suo soggiacere ad una o a molte cose, determina quell'inquietudine così caratteristica e insopportabile, che è motivo di palingenesi, cioè di resipiscenza, conversione, "ritorno alla santità". Onde, diremo correggendo l'antico assioma, non l'uomo uomo, troppo debole di fronte di fronte alla suggestione delle cose, ma "l'uomo santo è misura delle cose". Egli ha la giusta " visione del mondo" in una perfetta gerarchia di valori e armonia di funzioni, che dal possesso etico degli oggetti giunge sino al possesso di Dio, nel Quale si ferma e quasi si confonde. Un itinerario che S. Paolo ha descritto con una pennellata: "Tutto è vostro ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio" (Cor. III, 22.
Il Cristianesimo visione integrale dell'universo di ieri, di oggi, di domani, è fucina dalla quale lentamente e talvolta rapidamente scandalosi, schizzano come meteore arroventate di santità uomini nuovi. E poichè l'incandescenza è uno spettacolo estetico, intorno al Cristianesimo si sono raccolti, in tutti i secoli, gli artisti con gli attrezzi e gli impasti di colori pronti a cogliere i momenti ferventi di un santo, come dinanzi a certi stupendi fenomeni solar, tanto belli che fanno temere di non mai più ripetersi, anche se si è sicuri che si ripeteranno. L'agiografia è "epope", cioè racconto per eccellenza, da narrarsi non solo con la penna, ma con più efficacia spesso, con il pennello e lo scalpello. Gli affreschi di Giotto nella Basilica di Assisi, raccontano la vita del Poverello e quelli di Benozzo Gozzoli, a S. Gimignano, descrivono con tinte auliche il drammatico cammino spirituale di S. Agostino.
Bisogna restaurare la nostra iconografia e riaccostare il Tormento dei Santi al tormento degli Artisti.
"Anzitutto le figure dei Santi- diceva Giovanni XXIII in un suo recente e memorabile discorso sull'Arte Sacra- Anzitutto le figure dei Santi sono simbolo di ciò che la religione con la sua arte, arte sacra, vuol raggiungere: edificare l'uomo, migliorarlo, renderlo degno della vocazione cristiana e capace di pregare, di raccogliersi, di liberarsi dalle scorie del peccato e dalla tendenza a sciupare il tempo e gli altri doni dello spirito per dilatare i suoi interiori nell'unione con Dio e nell'esercizio della carità soprannaturale. Grazie, dunque, agli Artisti che meditando queste superne parole ci hanno dato la presente rassegna; grazie di più se, continuando a meditarle ci daranno un'Arte sempre più degna della grande epopea: la Santità.
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I PP. AGOSTINIANI

L'agostiniana....Galleria d'Arte Sacra Contemporanea de Padri Agostiniani, invito della mostra del 1962 a cui ha partecipato Grazioso David

Titolo: Concilio Ecumenico Vaticano II
Tecnica: olio su tela - 40x60cm-
Data: 1962

Titolo: Papa San Paolo VI Concilio Ecumenico Vaticano II
Tecnica: acrilico su tela -50x80cm-
Data: 1962

Titolo: San Giovanni XXIII
Tecnica: acrilico su tela -50x80-
Data: 1965

Titolo: Papa San Giovanni XXIII Concilio Ecumenico Vaticano II
Tecnica: acrilico su tela- 49x57cm-
Data: 1962

Titolo: Concilio Ecumenico Vaticano II
Tecnica: acrilico su tela -50x70cm-
Data: 1962

Titolo: Papa San Paolo VI Concilio Ecumenico Vaticano II
Tecnica: acrilico su tela -70x120cm-
Data: 1986